Le Valli dell'Ossola

Le Valli dell'Ossola si diramano per una estesa area nella Provincia del Verbano-Cusio-Ossola.
Incastonato tra Svizzera, Piemonte e Lombardia, quest'angolo di paradiso naturale offre una continua e spettacolare variazione di colori, panorami, culture e borghi dove il tempo si è fermato. Merito anche dei suoi Parchi e delle sue Riserve Naturali nati per tutelare il valore ambientale di queste aree dalla flora incontaminata, dalla fauna articolata e dalla notevole ricchezza di biodiversità.


A fondamentale presidio di tale bellezza, i rifugi alpini, strutture semplici e ospitali, più o meno accessibili (per lo più solo a piedi) dove potrete rifocillarvi lungo il cammino, mangiare, riposare, e fare esperienze di contatto con la natura circostante e le sue bellezze.


L'Ossola è forse meno conosciuta delle valli più blasonate dell'arco alpino, ma conserva e offre ambienti intatti di insolita bellezza e varietà che vanno dalle docili vallate agli arditi paesaggi glaciali dei 4000; con panorami che spaziano dalle azzurre acque del Lago Maggiore alle bianche cime perennemente ghiacciate.  Per questi motivi è un'area profondamente amata dagli escursionisti che qui possono sbizzarrirsi su numerosi e diversificati itinerari che si sviluppano tra le maestose cime, altopiani, passi alpini, antichi villaggi, specchi d'acqua e alpeggi puntellati di baite.
Le Valli dell'Ossola possiedono un' importante identità gastronomica. Famose per i prosciutti di maiale e di capra, per i salami e la bresaola di bovino, per le mortadelle, mentre ancora più antica è la tradizione casearia (documentata addirittura prima dell’anno Mille). E' rinomato il Bettelmatt, ma non sono meno interessanti gli altri formaggi: l’Ossolano d’Alpe (a latte intero) e l’Ossolano o Mezzapasta o Spress (a latte parzialmente scremato). L’allevamento delle capre, che per almeno otto, nove mesi avviene al pascolo, è importante soprattutto per la carne, per i salumi e per i formaggi caprini. Interessanti, infine, le produzioni di pane (i tipi più antichi sono il nero di Coimo e il pan dolce), miele, funghi e frutti di bosco.


Tra le poche figure professionali rimaste a “custodia” della montagna ce n'è una molto importante: il rifugista. Elettricista, idraulico, falegname, muratore, cuoco, cameriere, sono alcune delle competenze richieste a chi gestisce un rifugio in quota. Lavora per custodire l’ambiente, per proteggere chi va in montagna, per offrire ospitalità e ristoro. Nella sua cucina troverete sempre sul fuoco il paiolo con la fumante polenta che accompagnerà le gustose pietanze che vi proporrà. L’incontro e la condivisione con persone che in questo ambiente magico, ma austero, hanno deciso di viverci non può che arricchire la nostra armonia con la montagna.

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